La fotografia: tra invasione, rispetto e ricerca

Ayzoh-Fotografia-Sociale-015La fotografia è uno strumento di informazione, qualche volta di educazione. Ma può facilmente diventare un’arma di distruzione. In ogni caso, è uno dei tanti modi in cui, nel tempo, gruppi umani hanno costruito l’immagine di altri gruppi umani, al punto da far sembrare dei “fatti” quelle che in effetti sono interpretazioni, o manipolazioni (più o meno benevole) della realtà. Nel caso delle società e dei popoli africani, la fotografia ha giocato un ruolo importante, da vari punti di vista. In questo blog, ci siamo tornati varie volte, nel corso del tempo, ed è particolarmente interessante segnalare “La fotografia e i territori dell’altro”: un ricco opuscolo di Claudio Maria Lerario pubblicato di recente da Ayzoh!, un “centro di fotografia documentaria e progettazione editoriale che opera al fianco dei costruttori di comunità”. Questo prodotto nasce nell’ambito del fecondo network di VadoinAfrica, una della più valide iniziative sorte in Italia negli ultimi anni per la promozione di ponti e scambi con il continente africano, a partire da una profonda comprensione delle vecchie e (soprattutto) nuove dinamiche che lo percorrono. L’opuscolo contiene molte riflessioni e consigli sull’atteggiamento di rispetto e attenzione da tenere nel momento in cui ci si accinge a fare fotografie a persone che vivono nel continente africano, e che hanno capito, da secoli, cosa vuol dire essere fraintesi e stigmatizzati.

L’immagine è tratta da “La fotografia e i territori dell’altro”, di Claudio Maria Lerario

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